Lo stato di insolvenza si fonda essenzialmente su un giudizio di inidoneità solutoria strutturale del debitore, oggetto di una valutazione complessiva, per cui:
– quanto ai debiti, si estende ai debiti emergenti dai bilanci e dalle scritture contabili o in altro modo riscontrati anche se oggetto di contestazione, quando e nella misura in cui il giudice del reclamo fallimentare ne riconosca incidentalmente la ragionevole certezza ed entità;
– quanto all’attivo, i beni e i crediti siano considerati anche in rapporto all’attitudine ad essere adoperati per estinguere tempestivamente i debiti, senza compromissione dell’operatività dell’impresa, salvo che l’eventuale fase di liquidazione renda compatibile il pronto realizzo dei beni strumentali e dell’avviamento.
Cassazione Civile, Sezione I, ordinanza 14 ottobre 2022 n. 30284
