Come stabilito dal Garante della privacy, in caso di procedimento disciplinare, il lavoratore ha diritto di conoscere anche gli atti propedeutici alla formazione della volontà aziendale (nel caso di specie, atti previsti da una circolare della banca datrice di lavoro che stabilivano obblighi di alcune funzioni della stessa banca di relazionare su comportamenti del dipendente e di proporre la possibile sanzione).
La documentazione relativa alle vicende del rapporto di lavoro, imposta dalla legge o prevista dalla organizzazione aziendale, dà luogo alla formazione di documenti che formano oggetto di diritto di accesso secondo il codice della privacy.
La eventuale impossibilità di coniugare la privacy di terzi con il diritto del lavoratore non sarebbe invocabile dal datore di lavoro il quale ha l’onere di adottare adeguate modalità operative che consentano il diritto di accesso senza ledere interessi di terzi.
Corte di Cassazione, Sezione I, ordinanza 14 dicembre 2018 n. 32533